Taiji ed il lavoro sul mentale

“Ogni giorno, quello che scegli, quello che pensi e quello che fai è ciò che diventi.”  Eraclito

Per procedere in maniera equilibrata, bisogna lavorare contemporaneamente a livello mentale. Evitiamo che nostro modo di pensare interferisca negativamente e condizioni la nostra crescita interiore. Indeboliti dai desideri superficiali del corpo e dell’emozione i pensieri sfuggono; non siamo liberi di non pensare. Mi ricordo, in un momento di grande difficoltà della mia vita una frase di Patrick Kelly che mi aiutò tantissimo: -Quel pensiero non ti serve, non pensarlo! – Imbrigliare il pensiero in modo costruttivo mi sembrava un’impresa titanica. E lui: – È una cosa da principianti-. Rimasi stupita. Entrai nell’ottica di non dare spazio ai pensieri funesti che scatenavano emozioni negative. Quando si presentavano, puntualmente attivati da memorie automatiche, con determinazione, evitavo di identificarmi e di seguirli. Non mi servite quindi non vi penso. All’inizio era come se un orso forte e affamato cercasse di entrare in casa; nel giro di poco tempo, non trovando il modo di infilarsi e non ricevendo più nutrimento, infuriato cercò di buttare giù la porta, poi diventò sempre più debole, finché semplicemente scomparve.

Abbiamo bisogno di sviluppare attenzione senza tensione, concentrazione, visualizzazione appropriata, la capacità di esplorare il mondo interiore in modo da rintracciare le cause dei nostri comportamenti. Serve indirizzare le forze verso un cambiamento delle nostre caratteristiche negative che bloccano l’evoluzione.

Durante la pratica del Taiji il corpo fisico diventa una palestra per allenare la mente. Dopo aver imparato il movimento esterno, la mente si focalizza nei movimenti delle articolazioni e nelle 5 fasi muscolari. In seguito la portiamo a percepire le forze che muovono il corpo e ciò che accade prima che le forze si manifestino. Nel secondo Dantian, la mente si allena sul piano emozionale attraverso la meditazione. Impariamo a muoverla a questo livello e a dirigerla a beneficio anche delle altre persone. A livello del terzo Dantian la pratica diventa estremamente sottile e vaga, tanto che difficilmente il linguaggio riesce a dare delle descrizioni adeguate. Il Dantian superiore è il luogo delle forze più elevate. Il punto di contatto con la guida interiore.  Per non cadere nell’immaginazione è necessario l’aiuto di chi ha già sondato questa dimensione. Vi posso dire con cuore aperto che una delle grandi bufale vendute ai praticanti ingenui è quella che bisogna seguire la propria “guida” o la propria voce interiore, senza bisogno di alcun maestro esterno, che sono tempi in cui non serve più. Auguri a chi si avventura senza preparazione e protezione nella giungla dei mondi interiori.

Per concludere, il lavoro col movimento del Taiji produce energia e raffinamento, quello con la meditazione porta a livelli superiori. Il Maestro Hua-Ching Ni avverte: – Without any energy generation meditation is like a water boiling in an open pan- Senza generazione di energia, la meditazione è come acqua che bolle in una pentola scoperta.