L'Insegnante - Manuela Beillard

Mi sono diplomata all’Accademia dei Filodrammatici di Milano nel 1981 e ho lavorato nel mondo dello spettacolo come attrice, conduttrice e autrice di testi televisivi per vent’anni. Qualcuno mi ricorda per le trasmissioni per bambini degli anni 80 in compagnia di Paolo Bonolis e del pupazzo Uan.

Sono stata pubblicista per varie testate settimanali. Ho insegnato recitazione, dizione, comportamento scenico e interpretazione dei sogni. Quando Mediaset decise di chiudere la produzione per ragazzi per mettere in onda solo cartoni animati, non ci fu nessuna proposta alternativa di valore per cui decisi, alla bella età di 40 anni, di cambiare la mia vita. Ero sola, senza lavoro, anzianotta per il mondo dello spettacolo, con un figlio ancora piccolo ed un futuro molto incerto. Fu un momento di grande cambiamento.

Ripresi a studiare: dottorato in Naturopatia a Bruxelles, diploma di formazione psicanalitica presso il Ruolo Terapeutico di Milano, diploma di Tui-na a Milano e di Ipnosi a Londra. Il tutto accompagnato da altre esperienze di crescita personale.
A 9 anni un po’ per caso e un po’ per destino fui mandata da mia madre a fare “ginnastica” con il mio primo insegnante di “cose strane” per l’epoca: Carlo Aiolfi insegnante di Ha-tha Yoga. Inutile dirvi che mia madre all’epoca non sapeva la differenza tra lo Yoga e lo yogurt. Era qualcosa di salutare che forse poteva migliorare la mia scoliosi.

La pratica, per essere sincera, mi annoiava assai e non vedevo l’ora di giocare a pallavolo negli ultimi 10 minuti di lezione, ma le cose che quel signore raccontava lasciavano un segno profondo nella mia mente bambina. Parlava di Yogananda Paramhansa, dell’India, del Budda, di liberazione, di conoscenza, di realizzazione e di saggezza. Argomenti lontani dalla mentalità comune del tempo, con un sapore diverso da quello che sentivo a scuola dalle suore. Potete immaginare come inorridivano quando facevo domande sulla reincarnazione.

Perché Taiji Patrick Kelly

Dopo quattro anni di contorsioni e pallonate smisi di frequentare il corso, il perché non me lo ricordo proprio. Nel difficile periodo dell’adolescenza, un brutto incidente stradale che quasi mi costò la paralisi degli arti inferiori, mi fece riflettere su domande importanti come il significato del dolore il valore della vita.
Uscita dal gesso che mi avvolgeva dal bacino alle ascelle la primissima cosa che feci fu Sirsasana, la mia schiena reggeva e io iniziai Karate Sankukai. Franco, il mio compagno di banco mi diceva che quello stile, per una ragazza, era meglio dello Shotokan…ma lui faceva Shotokan e lo volevo fare anch’io.

Fu così che incontrai Gianluigi Bestetti detto Gigi, insegnante di Karate allo storico Sport Center di Milano fondato dal Maestro Roberto Fassi.
Le palestre erano su due piani e per andare a lezione da Gigi passavo sempre davanti a quella del primo piano. Dalle finestre della scala interna, potevo vedere lo svolgimento della lezione tenuta da un Maestro Cinese che si muoveva molto diversamente dai maestri Giapponesi che avevo ammirato fino a quel momento. Eseguiva movimenti rotondi, continui e armoniosi, di grande efficacia marziale. Ero totalmente catturata dalla bellezza di quell’arte, ne parlai a Gigi che mi presentò al Maestro Chang Dsu Yao.

Divenni sua allieva e dopo qualche anno incominciai ad insegnare lo Shaolin e il Taiji quan ai principianti.
Un giorno si presentò l’occasione di partecipare ad un seminario tenuto da Henry Plée sull’uso della mente nelle arti marziali. Conoscere il maestro Plée, pioniere europeo del Karate e grande ricercatore spirituale, era un’occasione imperdibile. Io però rischiavo di perdermela, perché lo stage era riservato solo alle cinture nere ed io all’epoca non lo ero ancora. Chiesi di potere partecipare e la risposta fu un semplice: no. Non mi diedi per vinta. Avendo frequentato il corso di psicodinamica con Francesco Ciaramelli e Dede Riva decisi di mettere a frutto quello che avevo imparato. Il no si trasformò in si e io fui ammessa; unica cintura bianca in un mare di cinture nere. Lo Yang nello Yin.

Plée era un uomo estremamente affascinante, aveva un modo di dire e non dire le cose che stimolava molte domande. Avevo 19 anni e per la prima volta sentii parlare di George Ivanovich Gurdjieff. Cominciai ad andare a Parigi a seguire vari seminari e ad accompagnare il Maestro Chang nell’insegnamento del kung fu nella capitale Francese. Rue de la Montagne St. Geneviève divenne il mio secondo Dojo (luogo dove si pratica la Via) Plée mi chiese di trasferirmi, ma io rifiutai. Avevo desiderio in sospeso, il sapore intenso che mi aveva dato leggere Autobiografia di uno Yogi mi chiamava in India. Plée mi disse: – Non sei pronta – io partii lo stesso. Mi diede qualche consiglio che seguii, poi partii con lo zaino ed una tenda che pesava un quintale; prima immensa stupidaggine di una lunga serie. Era il mese di Luglio del 1978.Dove non poté farmi da maestro Henri, mi fece da maestra l’India, e fu durissima.

Dopo due mesi Indiani di caldo allucinante e 10 kg meno, ricontattai Plée. – Ho letto il libro che mi avevi consigliato, Come si fa ad entrare in un gruppo dove si segue l’insegnamento di Gurdjieff? – gli chiesi. I gruppi non erano pubblicizzati da nessuna parte e io non avevo la minima idea se ce ne fosse qualcuno in Italia. Mi rispose nel suo tipico modo – Cerca, e quando trovi, rompi le palle-
Questa fu una chiave che risultò preziosissima quando, finalmente, dopo centinaia di tentativi andati a vuoto, incontrai qualcuno che conosceva qualcun altro che era appena uscito dai gruppi. Ruppi le palle, entrai nell’insegnamento e vi rimasi per 7 anni.

L’incontro con lo zen avvenne più tardi, prima con il Soto Zen in Italia e Francia e poi con il monaco vietnamita Thich Nhath Hahn. Un capitolo troppo grande per essere condensato qui.
Nel 2001, dopo un periodo di studio relativo all’alchimia interna, l’insoddisfazione e l’inquietudine mi portarono sul cammino di Santiago, 800 chilometri impressi nei piedi e nel cuore.

Sentivo che mi mancava un lavoro sul piano emotivo. Desideravo che qualcuno mi aiutasse a vedere quello che non riuscivo a vedere. Questa volta scelsi un corso istituzionale, mi iscrissi alla scuola quadriennale di formazione psicanalitica del Ruolo terapeutico e la frequentai fino alla fine. Fu un’esperienza estremamente utile.
Ripresi lo studio del Qi gong, conseguii un diploma dopo il triennio di Tui-na,
Il Maestro Chang aveva lasciato questa dimensione nel 1992. Cercavo instancabilmente qualcuno che fosse in grado di insegnare il Taiji quan come metodo per l’evoluzione interiore e non solo come pratica per la salute o come arte marziale.Stanca di imparare diecimila forme esterne con o senza armi, cercavo il cuore del Tajiquan. (Tai-chi Chuan) All’alba dei miei 49 anni, ero in procinto di gettare la spugna e lasciare quest’arte quando all’orizzonte apparve Patrick Kelly.
Dalla bellezza e dalla profonda intelligenza del suo metodo, nasce l’esigenza di questo sito.

Patrick è riuscito a organizzare gli insegnamenti sparsi dei Maestri cinesi in un procedimento che garantisca lo sviluppo graduale dei tre DanTian. A lui va la mia immensa gratitudine e quella dei miei allievi. Invito tutti quelli che cercano genuinamente nel mondo del Taiji e della spiritualità, ad indagare e studiare profondamente quest’arte lasciandosi alle spalle il desiderio di competere e di vincere.

Per ogni essere umano desideroso di raffinarsi, stanco della superficialità, degli equivoci dati dalle nozioni scorrette tramandate fino ad oggi da insegnanti in buona o in cattiva fede, che non si ferma ingenuamente a bere tutto quello che gli viene servito senza porsi delle domande, che si rende conto che le arti marziali male apprese e gli insegnamenti spirituali volti all’acquisizione di poteri sviluppano, tra mille cose buone anche un pericolosissimo ego ipertrofico, mentre la Via spirituale invita ad andare nella direzione opposta, questo insegnamento offre, a chi ha una sincera e buona motivazione, la possibilità di trasformarsi profondamente. Vi avviso, per quella che è stata la mia esperienza, non è una passeggiata. Potrebbe mai esserlo?