inefficacia o inconcludenza

Abdullah Dougan

ABDULLAH, IL MAESTRO GNOSTICO

di Manuela Cattaneo della Volta

Avrebbe potuto stupirci con effetti speciali, ma ha scelto la via della ricerca interiore, dell’umiltà, della semplicità, per diventare un maestro, regalarci gli strumenti fondamentali per andare in profondità, scoprire, o riconoscere o ritrovare, il vero Sé.

Abdullah, era nato come Neil Dougan il 15 aprile del 1918 in Nuova Zelanda. Fino ai 35 anni aveva vissuto in questa vita che potremmo definire di successo in ogni campo: professionale, famigliare, sociale. Ma con Abdullah Neil Dougan non ha alcun senso raccontare la biografia di una vita perché le date 1918-1987 sono semplicemente il segmento di un flusso di vite.

Sui suoi insegnamenti è impossibile sia essere esaustivi sia dare un’informazione approssimativa, dunque la proposta è di percorrere la strada dove Abdullah ha disseminato perle del suo insegnamento lungo il cammino, e a cogliere quante più pietre preziose riusciamo a far nostre. E per far nostre intendo incarnarle,farle entrare nel cuore e renderle vive in ognuno di noi.

A sua volta, le prime due perle in cui si imbatté Abdullah furono il libro “The Hidden Teaching Beyond Yoga” di Paul Brenton, e l’insegnamento di George Gurdjiieff, da cui diramarono nuove strade, maestri, insegnamenti: Sufi dell’ordine di Naqsbandi, Hazrat Inayat Khan, Sri Ramdas of Kerala…un percorso di studio interiore lungo una vita.

Abdullah Neil realizzò una trasformazione totale, come dentro così fuori: ecco allora che l’imprenditore di successo si rivolse alle origini, alla terra, imparando come dare forma alla materia nell’arte della ceramica; creò una famiglia coinvolgendo la moglie nella scuola Gnostica da lui fondata, e perseguì con intenzione costante l’equilibrio dei tre centri, fisico – emotivo – spirituale.

La ricerca di Abdullah fu vastissima e altrettanto generosa l’eredità che ci ha lasciato. E’ necessario lavorare sul proprio sé interiore, raggiungere la comprensione del proprio intimo io più profonda, attraverso il fisico, la psiche e lo spirito. Solo il lavoro di questi tre centri porta all’unità. Secondo Abdullah la conoscenza esoterica poteva venire appresa solo in risposta a una domanda. Qui di seguito ecco allora alcune sue perle-risposte. Alcune sono brillanti, altre accecano come i raggi del sole diretti, altre sono nascoste nel terreno e sono poco visibili, altre ancora sembrano celate apposta per uno scopo altro… A ognuno di noi il compito di cogliere ciò che vogliamo seminare in noi stessi per farlo fruttare.

Abdullah Neil Dougan
Abdoullah Dougan
Abdullah (right) and his Sufi teacher, Shaikh Abdul al-Qayyum (left), Afghanistan 1974

TERRA

Molto dell’infelicità di questo pianeta è causato dal fatto che gli uomini rifiutano di vivere in armonia con la terra e la combattono. Siamo tutti una parte della terra ed è dunque impossibile possederla, arrogarsi il diritto di esserne proprietari, e quindi la nostra ricerca in tal senso non solo è inutile ma è ridicola. Un esempio: siamo parte di nostra madre e dunque come possiamo averne possesso?

Questa è la terra adatta a tutti sulla quale dobbiamo vivere in armonia. Senza questa comprensione continuiamo a essere degli animali.

POPOLAZIONE

La popolazione si basa sulla paura l’egoismo e l’avidità, per raggiungere un profitto.

Se ci fosse un lavoro umanitario non esisterebbero problemi per la popolazione, si lavorerebbe in maniera generosa per l’umanità come Uno. E non esisterebbero paura, egoismo, avidità.

PASSIVITA’

Come capacità di ricevere, di accettazione e non reazione. Un esempio: se sulla terra scoppia una bomba H, la terra passivamente lo registra, si restaura e rimane vivente. L’umanità (attiva) sparisce.

CORPO

Diamo al corpo moltissime cose, tante di cui non ha bisogno. Ma è necessario renderlo obbediente e non dipendente da qualcosa. La dipendenza è il vero problema. Magari ci si libera di una dipendenza, per fare un esempio concreto il fumo, e si pensa che non ce ne importi più nulla, ma se si continua a pensarci, anche non fumando, significa che si è ancora dipendenti. E l’unico modo è il non attaccamento.

Ci identifichiamo col nostro corpo e la malattia aiuta a capire che noi non siamo il corpo.

Rendere il corpo obbediente è una disciplina essenziale perché più parti si rendono obbedienti, più si migliora dentro di sé.

DIGIUNO

Se si vuole digiunare si deve digiunare completamente, prendendo solo acqua da bere. Chiunque può scegliere di digiunare ma il digiuno deve avere un significato. La scelta di solo acqua è che l’acqua è una forza neutralizzante: insieme ad impressioni e aria sono gli unici elementi ad attraversare il corpo.

SALUTE

Nessuno può fermare un germe che entra nel corpo ma se sei in una condizione positiva allora il germe non ha le stesse probabilità di attecchire e moltiplicarsi rispetto a una situazione negativa.

SFORZO

E’ necessario fare uno sforzo, per conoscere te stesso. E’ necessario lo sforzo in qualunque cosa. Lo sforzo è indispensabile. Il miglior sforzo che puoi fare è darti la possibilità di attraversare te stesso. Devi conoscerti e quando noti una negatività fai lo sforzo di combatterla.

Devi provare a fare il meglio possibile. Se non riesci pazienza, ma è necessario che tu sappia che stai facendo il meglio possibile. Provare è più importante che riuscire. Puoi fare grande fatica e dover superare diversi ostacoli, ma è fondamentale provarci. Dire che vuoi farlo non basta per farlo.

LAVORO

E’ già molto lavorare su una cosa per volta, già una cosa alla volta apre tante possibilità. Dunque una cosa alla volta è abbastanza. Se vogliamo lavorare con noi stessi dobbiamo diventare sempre più semplici e umili dentro di noi. Fuori si può fare quel che si vuole, ma questo ovviamente porta confusione alle persone che ci circondano, perché alcuni cercano di mascherare il loro spirito interiore…

OSSERVARE

Dal libro “Call of Silence”: per cominciare a lavorare su se stessi è buona pratica osservarsi per alcuni mesi in modo da conoscere il pendolo che oscilla dentro di noi. Gli estremi non esistono, o meglio, il bianco e nero che sono alle estremità sono parte dell’Uno: il bianco è nel nero e viceversa e sono entrambi Dio. Siamo condizionati a pensare al paio, agli opposti per cercare un centro. Ma il saggio ha imparato che deve vivere tra gli opposti nella terza dimensione e non può sfuggire al fatto che questi sono parte della nostra situazione presente. L’esempio del caldo e del freddo: la nostra temperatura è in equilibrio tra questi due estremi, caldo e freddo, ma l’equilibrio non esisterebbe senza i due estremi quindi tutti sono parte di un UNO, di un presente.

SENTIRSI

Il sentirti, il continuare a sentirti è un buon modo per praticare la separazione.

Il vero sentire arriva dal cervello istintivo, connettendosi alla colonna vertebrale. Avere consapevolezza della spina dorsale e farlo così spesso fino a quando non divenga una pratica naturale. E poi viceversa, che la spina dorsale dia informazioni al sentire.

SEPARAZIONE

Osservare costantemente, regolarmente, cosa accade (e a osservarsi mentre accade) è il solo modo per raggiungere la separazione: distaccarsi, e diventare neutrale interiormente. Con la rabbia ci si perde – infatti si dice ho perso la testa -. Perdersi è il contrario di distaccarsi e quindi riordinare.

Dal libro “40 days”: Abdullah Neal si ritrova a una tavola imbandita durante i suoi 40 giorni di digiuno. Non tocca cibo, non beve succhi di alcun genere, solo acqua.

Gli viene offerta acqua del deserto che Neal sente come “molto ricca di minerali”. E’ Neal che è il corpo e la terra, mentre Abdullah è lo spirito: insieme danno vita a un uomo completo.

RICORDARE

Se vuoi essere un uomo devi realizzare una separazione, per esempio dal tuo lavoro. Non devi identificarti in alcun ruolo e bisogna creare una separazione tra l’emozione e quel lavoro. Rompere l’identificazione. Gli shock servono a questo, a risvegliarci, a ricordarci di noi stessi, non identificarci in qualcun altro e restare noi stessi. La parola chiave è ricordare, ricordare chi siamo realmente.

VOLONTA’ E DESIDERIO

Non bisogna confondere volere con desiderare (quest’ultimo arriva dal corpo, dalla terra). Il desiderio fa restare addormentati.

Un buon modo per capire la differenza tra volere e desiderare è interrogarsi sulla motivazione e su chi si è veramente così da comprendere che dietro c’è sempre un desiderio e che sviluppare la volontà è un compito gravoso.

Alla fine riceviamo dall’alto, ma perché un seme sopraggiunga, bisogna che il terreno sia già stato lavorato e reso pronto.

SOFFERENZA CONSAPEVOLE

La si evita appena possibile e costantemente. Invece è un utile strumento di crescita: crea una vibrazione che aiuta nella creazione e manutenzione del mondo come lo conosciamo.

Il servizio incondizionato aiuta nel gestire le manifestazioni spiacevoli del prossimo.

UMILTA’

Ci sono diversi gradi di umiltà e ne è necessaria una certa quantità per fare un lavoro spirituale. Un grado elevato di umiltà include il non attaccamento e l’eliminazione dell’ego. Completa umiltà invece significa essere uno con Dio attraverso l’annullamento di se stessi.

Così come il saggio, che è il maestro del mondo perché in controllo di se stesso, è molto diverso dall’essere maestro del popolo come può esserlo un re.

GRATITUDINE

Si va perdendo, o è già persa; la mancanza di gratitudine è dovuta all’idea che quello che viene dato è dovuto. Il mondo è la mia ostrica e il corpo è il centro. Bisogna guardare alla terra sapendo di esserne parte e ripagando per ciò che offre donando volontariamente a nostra volta. E con amore.

CAMBIAMENTO

Non puoi cambiare nessuno se non te stesso.

COMPRENSIONE

Conoscere le parole va bene, ma è più importante comprenderle (farle tue, dentro).

SILENZIO

Ci sono diversi gradi di silenzio. Si può cominciare con il ronzio nelle orecchie o la ripetizione del tuo mantra per scavare nel tuo spirito.

Il silenzio è l’assenza del rumore: il silenzio c’è sempre ma non tutti lo riconoscono spesso a causa del rumore del pensiero sociale.

SPERANZA

Chiunque di noi possiede una dose di speranza ma non bisogna indirizzarla al corpo o ai propri beni. La vera speranza: sapere che ci sono dati gli strumenti di perfezionarci in questa vita.

VITA

Il vero scopo della vita è cercare la perfezione… l’unità in ciascuna cosa esistente.

UNO

E’ necessario avere un elemento attivo e uno passivo per creare qualunque cosa, per dare origine a un terzo elemento.

Quando ci allineiamo alle migliori parti di noi stessi, diventiamo parte dell’Uno. Noi siamo tutti e sempre parte del vero Sè interiore, e parte del Tao. L’obiettivo è saperlo e riconoscerlo.

DIO

Se vuoi imparare e vivere nel momento presente devi avere fede e fiducia in Dio. Se hai fede, allora in qualunque condizione ti trovi sei nella migliore condizione possibile per te.

Se riesci ad osservare l’alba per un periodo sufficiente puoi avere la percezione di Dio. Secondi di immobilità in cui arriva la luce…

Dal libro “40 days”: “Abbi fede in Dio ma nutri il tuo cammello”. Abdullah prega mentre Neil si bagna polsi e testa per non far soccombere il veicolo-corpo al calore.

Una persona sola, corpo e io-interiore, in cui ognuno lavora alla propria funzione con un’unica motivazione: riuscire al meglio delle proprie possibilità.

Quando sei uno con Dio significa che hai le tre forze che operano insieme e divengono un sole in miniatura.

Per approfondire

Libri:

“Probings”, “40 days, an account of a discipline”, “Mirrors”, “The Quest”, “The Glimpse”, “Who is the potter?”, “The call od Silence”.

Website:

Manuela Cattaneo della Volta scrittrice e giornalista, allieva di Taiji della Scuola Tian Dao Taiji

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